mercoledì 4 marzo 2015

LA SEPPIA DI CHIOGGIA: E' POSSIBILE RIPOPOLARE LA LAGUNA CON METODI COMPATIBILI CON L'AMBIENTE

L’area lagunare selezionata per la schiusa recintata con un sistema di reti
sovrapposte a maglia fitta
La seppia di Chioggia: pubblicati i risultati del progetto del servizio veterinario dell’Ulss 14 per il ripopolamento della laguna sud di Venezia Si è concluso con risultati estremamente positivi il progetto per il ripopolamento della seppia di Chioggia nella laguna sud di Venezia, condotto dal Servizio veterinario dell’Ulss14. L’esperienza ha dimostrato la concreta possibilità di far nascere e sviluppare in ambienti protetti seppie che potrebbero contribuire al ripopolamento lagunare della specie e all’incremento di questo particolare stock ittico. L’attività, iniziata nell’ aprile 2014, ha richiesto un monitoraggio continuo dei parametri di sviluppo e benessere delle seppie e si è concluso nel mese di luglio quando tutte le uova giunte a maturazione si sono schiuse con un tasso di sopravvivenza calcolato intorno all’82%. Per lo studio, curato da un punto di vista scientifico da Luciano Boffo e Patrizia Buratti, veterinari dell’azienda sanitaria clodiense, sono stati necessari un bacino lagunare protetto in cui “incubare” le uova di seppia, assegnato dal Magistrato alle Acque, e la collaborazione dei pescatori professionisti locali impegnati nella pesca stagionale con attrezzi. L’obiettivo finale è quello di contribuire all’incremento degli stock di seppie, (a fronte di un trend di produzione negativo degli ultimi 15 anni), per la salvaguardia e la protezione di questa specie che può essere considerata autoctona per l’alto adriatico e l’ambiente lagunare, oltre che di estrema importanza per l’economia locale. Ricordiamo, infatti, che la seppia di Chioggia, proprio a decorrere dal 2014, ha ottenuto il riconoscimento di Prodotto tradizionale ed è stato inserito nella “Quattordicesima Revisione dell’Elenco Nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali”. Il progetto di ripopolamento prevedeva il trasferimento delle uova di seppia dalle postazioni di pesca con nasse, in corrispondenza delle quali si ritrovano adese alle reti, ad un’area delimitata della laguna sud di Venezia al fine di monitorarne il tasso di schiusa e sopravvivenza. Il sito sperimentale per la schiusa è stato individuato in località Pellestrina, in un’area lagunare distante circa 300 metri dalla riva e al di fuori di eventuali aree di manovra dei natanti. Le prove sperimentali sono state condotte nel periodo aprile-luglio 2014, programmate in modo da garantire il monitoraggio dei parametri macro-microclimatici dell’ambiente di schiusa e di vitalità e benessere dei cefalopodi attraverso un controllo giornaliero routinario e uno settimanale con compilazione di specifiche schede di rilevazione dati.

1 commento:

  1. ottima cosa, cerchiamo di applicare il metodo anche con i politici locali. "Ripopoliamoli"

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